Meolo, da Piave Servizi un presidio ambientale per studiare flora e fauna del bosco Belvedere

Il progetto prevede l’applicazione agli alberi di dispostivi Tree Talker che serviranno per la trasmissione in tempo reale dei parametri vegetativi primari delle piante.
L’iniziativa segue la convenzione firmata con diversi partner da Piave Servizi nel 2019 per promuovere la valorizzazione ambientale del luogo.

Un presidio di indagine ambientale al Bosco Belvedere di Meolo, splendido esempio di biodiversità che ospita al suo interno un depuratore dell’acqua e un centro di raccolta comunale. Nella settimana che porta alla Giornata mondiale della terra, è questa la proposta di Piave Servizi: in continuità con quanto già avviato in passato a tutela del bosco, il gestore idrico intende promuovere un progetto di conoscenza e salvaguardia di flora e fauna del sito, e attivare un sistema all’avanguardia per l’acquisizione da remoto dei parametri vegetativi primari delle piante.

Per avviare il progetto, nei giorni scorsi Piave Servizi ha richiesto la consulenza di Corila, associazione composta da Università Ca’ Foscari di Venezia, Università Iuav di Venezia, Università di Padova, Consiglio Nazionale delle Ricerche e Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale. Al tempo stesso, il gestore idrico si è rivolto a Nature 4.0 per il noleggio di dispostivi Tree Talker, che serviranno per la trasmissione in tempo reale dei dati raccolti su piattaforma web.

“Già nel 2019 ci siamo fatti promotori di una convenzione tra diversi partner per promuovere la valorizzazione ambientale del Bosco Belvedere e dei laghetti di Marteggia – fa sapere il presidente di Piave Servizi, Alessandro Bonet –. Un Comitato Scientifico appositamente nominato ha confermato la maturità del bosco, la ricchezza di biodiversità e l’assenza di interferenze da parte delle infrastrutture presenti, ovvero il nostro depuratore e l’ecocentro gestito da Veritas”.

La sfida, adesso, è quella di aumentare il valore della progettualità, legandola, ad esempio, al monitoraggio climatico. “I venti sensori miniaturizzati a basso consumo che verranno applicati agli alberi, solitamente ad un’altezza di 130 centimetri, saranno in grado di monitorare di continuo lo stato di salute delle piante e dell’ambiente circostante: la crescita della biomassa, la quantità di acqua consumata, l’anidride carbonica assorbita, la stabilità dell’albero e via dicendo – entra nel merito il dottor Giorgio Serra, responsabile dell’ufficio Ricerca, Sviluppo e Sostenibilità –. La conoscenza di questi parametri spalanca le porte a molteplici applicazioni di studio, nell’ottica di comprendere il presente e anticipare il futuro, soprattutto per quanto riguarda il contrasto al riscaldamento globale”.

Il Bosco Belvedere di Meolo è un’area di rimboschimento di 18 ettari nata nel 1998 con la messa a dimora di 34.000 alberi e arbusti. L’area appartiene ad un lascito testamentario della famiglia Dreina affinché venisse utilizzata a beneficio della comunità. Fiore all’occhiello del territorio, è espressione di una forte comunione d’intenti tra il Comune di Meolo, Piave Servizi e le associazioni locali che si occupano del suo mantenimento, nonché un esempio unico di patrimonio ambientale legato agli obiettivi di sviluppo sostenibile, di convivenza tra natura e attività antropiche.